Donne Profili

L’architetto delle borse dell’Elba

DAMPAI è il  noto brand di accessori nato all’isola d’Elba nel 2011 dall’idea dell’architetto Simona Giovannetti. Nell’inverno 2011/2012 le collane Dampai, dal carattere semplice ma allo stesso tempo giocoso sono segnalate come uno dei migliori gioielli retro-chic al Macef di Milano. Successivamente, nell’estate 2013, Dampaì presenta l’ultima creazione al Pitti Immagine a Firenze : la borsa Bernarda Handbag. Incontriamo Simona nel suo show-room a Porto Azzurro

D:-DAMPAI è un bellissimo progetto nel mondo del fashion e dell’imprenditoria nato all’Elba, raccontaci come è nato?

R:Sono un’architetto che si è occupata di progettazione edilizia per 20 anni, ma ho sempre coltivato la passione del design. Secondo la mentalità comune avrei potuto svilupparla solo nelle capitali economiche importanti, Milano, Parigi, Londra , New York. I miei compagni di Università, che avevano lo stesso sogno nel cassetto, era lì che vivevano, frequentando i salotti buoni e con le conoscenze giuste. Invece sono rimasta all’Elba e qui ho fondato la DAMPAÌ srl, che produce accessori moda/design.D

D-Materiali e colori delle tue creazioni?   

R:-Per le mie borse utilizzo la pelle riciclata, il feltro ottenuto dalle bottiglie di plastica, il neoprene delle vecchie mute subacquee. E il silicone che è un materiale durevole e riciclabile, in poche parole amico dell’ambiente. Tutti i prodotti DAMPAÌ hanno uno stile minimalista ed essenziale, perché per me “Less is more”. Sono progettati per limitare la mano d’opera, contenere il prezzo ed essere acquistate “da tutti”, rispecchiando la mia idea di “design democratico”.

D:-A quale tipo di donna ti rivolgi? 

R:-Ad una donna elegante e minimalista, che sia attenta al dettaglio ed a ciò che un oggetto rappresenta e che non voglia passare inosservata.

D:-Dal 2017 il laboratorio è all’interno del carcere di Porto Azzurro: come mai questa scelta? 

 R:-Semplicemente per utilità, ma oro  sono dentro il  carcere “Pasquale De Santis” nel Forte San Giacomo a Porto Azzurro dal 2017 con il magazzino ed un piccolo laboratorio , ogni volta che ne parlo, mi emoziono… L’esperienza in carcere, con persone recluse da anni, sta modificando il mio modo di sentire e organizzare il lavoro. Bisogna vivere questa esperienza per capirla. Oggi ho due dipendenti: Sinan e Josmary. Zhang ci ha lasciato riavvicinandosi a casa, sfruttando l’opportunità che gli è stata concessa dopo quasi due anni di lavoro con me. Con Yosmari taglio, cucio e mi occupo del magazzino mentre a Sinan ho affidato la gestione digitale dell’online. Si è creato un clima d’intesa, di rispetto autentico. E si produce. C’è l’orgoglio di avere fatto insieme qualcosa di buono, non è scontato. Sta funzionando

D:-Ai giovani creativi nel mondo del fashion cosa consigli?

R:-Lavorare, lavorare, lavorare ed osare se si ritiene di averne le capacità.

D:-Il must di quest’anno della tua collezione?

R:-La borsa PLAUTILLA che abbiamo sia in gomma e prodotta da Yosmari nel laboratorio del carcere, sia in pelle rigenerata confezionata nel nostro laboratorio toscano, nel rispetto dell’artigianalità e della professionalità italiane. La Plautilla prende il nome da Plautilla BRICCI  la prima donna ‘architettrice’ (1616- 1705). La storia e le biografie mi hanno sempre appassionata. Le fonti di ispirazione per i miei progetti, che siano di architettura o di design, sono spesso figure di donne. Vicende, le loro, che parlano di talento, visionarietà, nuovi linguaggi e quasi totale assenza di riconoscimento sociale. Da qualche anno, ho deciso di legare in maniera diretta la mia progettazione alla loro memoria. I nomi degli oggetti di design Dampaì da indossare sono un tributo alle personalità femminili che sento più vicine a me.

Paola Idilla Carella è giornalista, autore Tv, Press Office e PR
(Cit.) Io, la muta, la indosso soltanto. Non la faccio!

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