Viaggi

Alla spiaggia dello Zingaro lo scettro di più bella d’Italia

“Questo posto è magnifico. Il blu del mare cristallino e il verde della vegetazione in contrasto sono stupendi. Gli scogli sono favolosi e il cielo azzurro si rispecchia nel mare. Guardando le rocce,un tuffo lo farei! Le tonnare rendono il paesaggio più storico. Per una vacanza nella tranquillità assoluta è perfetto.”

( Sofia Graziano, 11 anni – Scuola Media V. Cardarelli – Roma )

La Sicilia in testa tra le 15 spiagge più belle d’Italia del 2017 secondo Skyscanner, sito leader mondiale nella ricerca viaggi che ogni anno stila una classifica delle migliori spiagge italiane, prendendo in considerazione diversi fattori, fra cui la pulizia delle spiagge, lo stato delle acque, l’unicità del paesaggio circostante e, non ultimo anche i suggerimenti dei viaggiatori che utilizzano il sito. Al primo posto la spiaggia della Riserva dello Zingaro mentre al quarto posto spicca la spiaggia del Plemmirio, a Siracusa. La Riserva Naturale dello Zingaro, la prima riserva naturale della Sicilia, dispone di un tratto di costa sostenuto da montagne ripide e si estende su una superficie di 4.076 ettari, 7 km di litorale ed un altezza massima di 916 metri; essa è stata il catalizzatore per più di 25 altri parchi e aree protette in Sicilia.

Soltanto chi avrà la pazienza di percorrere a piedi questo habitat unico farà un’esperienza davvero indimenticabile. Facendo ingresso dalla strada costiera a Sud, lato Scopello, si incontrano sette calette sino ad arrivare alla costa di San Vito lo Capo, versante Nord, per un tempo di 2 ore (solo andata) di sola camminata a piedi (è vietato introdurre mezzi di trasporto). La prima è Cala della Capreria, poi Cala del Varo raggiungibile via mare, Cala della Disa, Cala Berretta, Cala Marinella, Cala Torre dell’Uzzo, per finire con Tonnarella dell’Uzzo, sede del Museo delle Attività Marinare. Vicino l’ingresso di Scopello, la riserva dispone di un parcheggio, di un centro informazioni per i visitatori e ben 5 piccoli musei. Il Museo Naturalistico, dove sono stati collocati recentemente i pannelli sul tema “Etnobotanica dello Zingaro” con i quali vengono messe in luce, attraverso immagini fotografiche, piante spontanee utilizzate nella medicina popolare secondo la tradizione locale delle comunità rurali ricadenti nel territorio della RNO dello Zingaro; le piante officinali che caratterizzano gran parte di questo territorio sono semplici creature che racchiudono virtù e segreti non visibili al semplice sguardo, ma che ai più attenti possono aprire un mondo dal quale, una volta entrati, è difficile sottrarsi.
Un mondo che, al di là di un elaboratore di salute, rappresenta la manifestazione di forme perfette quali solo la natura è in grado di offrirci.

Il Museo delle Attività Marinare; il Museo della Civiltà Contadina; il Museo della Manna; il Museo dell’Intreccio. Il periodo migliore per le escursioni è sicuramente quello primaverile (dal mese di Aprile ai primi giorni del mese di Giugno). La Riserva è un luogo incontaminato dove alcune specie vivono indisturbate come i rari rapaci tra cui i falchi pellegrini, le aquile del Bonelli, i grifoni, o gli uccelli marini come i Cory e Manx berte (gli uccelli marini più piccoli d’Europa) e la fauna endemica rappresentata da 670 specie di piante e alberi. Il simbolo rappresentativo della Riserva è sicuramente la palma nana, unica palma autoctona europea, rigogliosa in tutto il parco, ma vi sono anche imponenti alberi di carrubo, olivi, ornielli e arbusti di sughero. A chi non può percorrere la Riserva a piedi consigliamo di ammirarne la bellezza dal mare, noleggiando un gommone o facendo un’ escursione in barca con partenza giornaliera da San Vito Lo Capo.
Non sappiamo perché questa zona si chiami “zingaro”, infatti di nomadi che hanno vissuto qui non c’è alcuna notizia nelle fonti storiche mentre viene indicata la presenza di una colonia di lombardi nel XIII secolo.
Anche se lo Zingaro è particolarmente famoso per le spiagge, per i fondali limpidi e ricchi di pesce e per le grotte sottomarine, è bene sapere che la riserva offre molto di più.
Nel suo territorio si trovano molte realtà antropologicamente rilevanti come il Borgo Cusenza, un piccolo gruppo di case abbandonate del tutto nei primi anni ’50, oggi al centro di un progetto di recupero della Riserva; e poi a ridosso della costa si trovano le testimonianze della vita di ottomila anni fa, nella Grotta dell’Uzzo, al cui interno sono visibili ancora oggi i resti di una civiltà contadina molto più recente, che merita di essere ricordata.

Paola Idilla Carella è giornalista, autore Tv, Press Office e PR
(Cit.) Io, la muta, la indosso soltanto. Non la faccio!

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