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Arte

Pablo Picasso e il centenario del suo viaggio in Italia

Cento anni dopo il suo viaggio, Picasso torna in Italia. Mentre in Europa infuria la guerra, siamo nel febbraio del 1917, Pablo Picasso a soli 36 anni già grande artista, arriva per la prima volta in Italia trascinato da Jean Cocteau. Insieme devono lavorare a Parade, un balletto con la musica di Satie destinato a sconvolgere gli spettatori , come sottolineerà l’amico e critico Apollinaire. Ma proprio quel viaggio in Italia, tra le suggestioni delle rovine romane e la folgorazione per l’arte popolare napoletana, lascerà alla fine un segno indelebile nella produzione del genio catalano, che nella capitale verrà folgorato dalla bellezza di Olga Chochlova , che in seguito diverrà sua moglie.

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Arte

Plasticide

Venerdì 24 Marzo 2017  Jason deCaires Taylor ha inaugurato il suo ultimo lavoro pubblico, Plasticide. L’opera è stata realizzata in collaborazione con Greenpeace e installata al di fuori del Teatro Nazionale sul Southbank di Londra. Plasticide illustra una cruda realtà: …

Arte

Alex Caminiti : la mostra di Artetika

Un artista molto particolare Caminiti, giovane ma con le idee molto chiare e con forte determinazione, tanto che la sua arte è conosciuta ed apprezzata in tutto il mondo.
L’arte di Caminiti mostra, giocando con oggetti, frasi, materiali, lettere e metafore, è un grido di protesta ed anche di sfida, sulla base del suo personale modo artistico, verso un mondo dove un certo perbenismo, che racchiude in sé sfumature dittatoriali, si unisce ad un narcisismo smodato e dilagante, dove l’uomo deve avere tutto sotto il suo controllo.Come dice lo stesso Caminiti, la sua arte:  “Non esiste  per ‘seguire uno stile’ o  per ‘interpretare una tecnica’.  E’ un’arte per le persone, per chi vuole conoscerla e possederla. In generale “Arte” è l’espressione di tante cose, tante quanti sono gli occhi di chi la osserva. Il mondo stesso è fatto di tanti elementi, ma così come per l’Artista non esistono dei veri e propri punti di rottura, non esistono in effetti dei veri e propri punti di contatto”.

Alex Caminiti nasce a Messina il 4 giugno 1977 dove ,all’età di 6 anni entra in convitto in orfanotrofio Antoniano maschile e inizia i primi passi nel mondo dell’arte presso il laboratorio dello stesso istituto.

La sua fertile carriera lo porterà ad esporre sia in Italia che all’estero, riscuotendo sempre riconoscimenti dalla critica; Zichichi, Mattarella, Sgarbi, Biasi, Scaringella,  sono alcuni dei curatori che hanno scritto di Caminiti.

Attraverso Europa, Asia, America del Nord e del Sud  le sue opere sono state viste da migliaia di persone.

In ordine sparso la partecipazione alla Biennale della fine del mondo Argentina e Cile nel Museo di Valparaiso, selezionato dal ministero degli esteri, eventi che hanno toccato varie parti del globo come Lima, Bogotà, Pechino, Tokyo, Copenaghen, Budapest, Losanna, Estoril, SanPietroburgo, Parigi, Toronto…

Nel 2013 le sue opere sono state esposte a Dubai, nel 2014 realizza il soffitto della sala delle piramidi Fondazione Villa Piccolo, nel 2015 crea la ‘porta del mare’ al Castello di Lipari ingresso del Museo Arte Contemporanea, con i maggiori artisti internazionali contemporanei Alberto Burri, Igor Mitoraj, Fabrizio Plessi, Mimmo Paladino, Renato Guttuso per citarne alcuni.

Il Maschio Angioino di Napoli ed il Castel dell’Ovo faranno da cornice alle sue performance italiane, diverse aziende come Ducati, Mercedes Smart creano alcune auto e moto attraverso dei lavori di Caminiti, le case d’Asta più importanti come Christie’s hanno inserito Alex Caminiti con i maggiori artisti mondiali. Alex Caminiti con i suoi gesti, istituisce un rapporto con la vita, evolvendo il modo di vedere oltre l’espressione estetica in una condizione di privilegio fantastico. Ma ancora una volta non guarda fuori, ma dentro. Dentro alle sue origini, dentro al suo essere, scegliendo il gesto ideale, la forma ideale, tra proporzioni da contraddire, colori da esibire, parole da suggerire e segni onirici da sublimare. La pittura e la scultura sono tra i mezzi espressivi, i più utilizzati, i più autentici e naturali, puro significato, in cui si accentua il centro della creatività della forma, seguendone passo passo la sua genesi.

La mostra “Ho partorito mio figlio ma non il suo cuore”, curata da Gigliola Beniamino Magistrelli è un atto d’amore verso l’Artista che esprime nei suoi lavori il senso di una essenzialità visiva, solo apparentemente caotica, ma strutturalmente legata alla visione ironica e colorata della vita. Esprimendo con il suo incontenibile segno una depistante linea gestuale, guidata da una manuale irruenza, identità piena di un espressionismo emotivo e culturale inserito in una solida realtà. Che coincide anche quando dalla pittura passa alla scultura, utilizzando sempre elementi essenziali, lastre di ferro tagliate di netto o dilaniate da segni che lasciano intravedere la luce, dove la struttura di ogni opera è composta quindi come l’espressione di un pensiero non verbale, trasformato in una struttura articolata e consolidata nella rivelazione della realtà.

 

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