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I diecimila piccioni di Cattelan

L’Hangar Bicocca è il luogo ideale dove si incontrano arte, architettura e narrazione, vocato al gigantismo se pensiamo ai Sette palazzi celesti di Kiefer, che evocano immagini di città bombardate dalla guerra, permettendo a ognuno di sperimentare la propria ricerca del significato dell’esistenza e dell’universo.

Ma l’arte può anche esibirsi soltano per sé e piena di sé, come in Blind di Cattelan: l’opera, inserita nella mostra Breaths Ghosts Blind, occupa tutto il Cubo dell’Hangar e  il suo titolo allude alla cecità degli uomini contemporanei, ciechi  come sono le migliaia di piccioni imbalsamati che ti seguono, con il loro sguardo vitreo lungo il percorso (e intanto ti chiedi se sia vero il certificato della loro morte)  per arrivare, infine, all’ enorme parallelepipedo nero che incorpora alla sommità la sagoma di un aereo che lo penetra.

Forse è proprio vero che ormai tutto è stato inventato, ideato e immaginato: nel mondo nessuno ha più nulla da dire e l’arte non sa più parlare, così la mancanza di autenticità può esprimere soltanto un universo artificiale, denso di frasi fatte e luoghi comuni, che accrescono in fama e successo personaggi come Cattelan che non hanno nulla da dire se non sulle leggi del mercato.

 

Paola Idilla Carella è giornalista, autore Tv, Press Office e PR
(Cit.) Io, la muta, la indosso soltanto. Non la faccio!

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