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Epruno al Santa Cecilia a Palermo

Epruno, al secolo Renzo Botindari, ripercorrendo ormai una esperienza pluriennale, attraverso il web, la TV, la radio e i palcoscenici, racconta della misura o meglio di come il genere umano abbia perso la misura in tutto.

Cosa è Leggendo Epruno?

Leggendo Epruno” è un format originale e scanzonato, giunto alla sua 6° edizione che affronta la relazione tra scrittura e musica, in una sorta di incontro letterario-musicale, in un rapporto mai casuale e spesso interattivo, tra due modi diversi, ma coincidenti allo stesso tempo, di raccontare stati d’animo, sensazioni ed esperienze personali sotto un unico punto di vista.

Questi ironici editoriali, hanno fornito uno spunto di riflessione su temi il più delle volte alquanto impegnativi, parafrasando la “vita” attraverso “il viaggio”, le ambizioni e i progetti attraverso il “sogno” e la continua messa in discussione di tutti gli stereotipi, attraverso la “pazzia” intesa nella sua forma meno patologica e più stravagante.

La riflessione spesso è giunta dopo una risata davanti a paradossali rappresentazioni di biografie di importanti protagonisti della storia o di anonimi soggetti in balia delle contingenze, ma attraverso questo modo duplice di utilizzo della ironia e della storia, si è avuto l’ambizione di veicolare contenuti.

L’assenza di ambizioni artistiche è rimarcata dalla volontà dell’autore di coinvolgere nella lettura gli amici della “web comunity eprunistica”, lettori non professionisti, autorità e/o personaggi autorevoli, o soltanto rappresentanti della società civile, che in puro spirito eprunico, cioè alternandosi sul palco e mettendo da parte i propri ruoli, dimenticano i loro curriculum ed accettano di essere per una sera protagonisti ironici dello spettacolo, in quello che oggi si definisce “cazzeggio”, in questo caso un “serio cazzeggio”.

La Misura”, in scena domenica 15 ottobre al Real Teatro di Santa Cecilia, in Palermo, è un’ironica denuncia: -“Esiste un punto oltre il quale non ci si deve spingere?” Esiste una misura?”- la rappresentazione  si snoda attraverso 12 quadri di narrazione (costituiti da 12 editoriali scritti dall’autore nel tempo) accompagnato da sottofondo musicale e immagini, uniti sulla traccia dell’argomento da una narrazione che descrive il senso della misura nelle varie accezioni, nella convinzione che la nostra società abbia da qualche tempo perso il senso della misura, risultando spesso spropositati o a volte inadeguati.

Consapevoli che la vita è spesa a misurarsi e misurando c’è anche un momento in cui le tolleranze vengono superate.

“Il viaggio”, “la pazzia” e “il sogno“ ci faranno sempre compagnia come nei precedenti incontri nelle serate di “Leggendo Epruno” e pertanto accogliendo il consiglio di Erasmo da Rotterdam (nominato eprunista antelitteram ad honorem) divenuto il motto Eprunico “chi sembra saggio fra voi, diventi folle per essere saggio”, misureremo la nostra “pazzia”.

Ci concederemo le consuete stravaganze ironiche insieme a momenti seri, leggendo quell’antologia di pasquinati brani, buona parte inediti e scritti per l’occasione, divenuti dei “pensieri” (già mai delle verità assolute), con la certezza dataci da Erasmo che “trattare argomenti leggeri in modo da creare l’impressione che si è fatto tutto fuorché parlare a vanvera è invece l’apice della finezza briosa.”

 

Anche la scelta del  Teatro di Santa Cecilia è un messaggio alla comunità, perché in una città che lentamente muore, un messaggio riflessivo e ironico, ma pieno di speranza come quello di Epruno non poteva che realizzarsi in una struttura che rinasce e che diventa simbolo di una città che vuole invertire la tendenza, forte di una tradizione importante. 12 i brani che si alternano, tra cui degli inediti molto incisivi, delle belle musiche e delle belle foto a fare da base. Il pubblico di Epruno è rappresentato dalla comunity web di  www.epruno.it e dal gruppo di facebook “Io leggo Epruno”  che via via nel tempo si allarga sempre di più.

Ma chi è Epruno? L’origine di tutto sono degli editoriali postati sul web, il primo dei quali denunziava gli abusi di autorità da parte di un consigliere di quartiere dal titolo “tu solerte consigliere”. Da lì la creazione di una comunity di amici e conoscenze selezionate visto il contesto lavorativo nel quale mi muovevo che settimanalmente veniva raggiunta dal “palluto” scrittore, insieme a una sorta di selezione dal web di quanto di meglio ci aiutasse ad avere una visione leggera e positiva almeno per il fine settimana. Ciò accadeva soltanto 16 anni fà. Poi l’incontro con CULT rivista di costume locale dal 2006 al 2014; uccessivamente nel 2009 l’incontro con Mario Caminita nota “voce”, dj, presentatore grazie al quale Renzo Botindari avrà l’opportunità di scrivere e condurre in radio insieme a lui un programma che durerà sei stagioni, “La voce di Epruno” che in breve diventerà un cult. Infine la collaborazione a titolo amichevole con la testata www.ilsicilia,it e una breve collaborazione sempre attraverso la scrittura di brani settimanali, con l’amica Paola Carella nel suo programma ttvstatusDONNE  sull’universo femminile.

L’opportunità di farne un momento d’incontro teatrale nasce dall’invito di Fabio Lannino, organizzatore di eventi e musicista, che mi invita, a Villa Filippina, ad una rassegna da lui pensata di “parole e musica”, una sorta di salotto dove l’autore e un paio di ospiti discutono mettendo dei brani significativi per la loro vita. Preso alla sprovvista ma stimolato dall’idea, decido di reinterpretarla in maniera molto artigianale, scegliendo 10 miei editoriali pubblicati sul web e facendoli leggere da amici della comunity, con un sottofondo musicale preregistrato, spostando l’attenzione dal salottino al legio ed ai sui lettori.                                                                                                     Questo è leggendo Epruno, entri con l’aspettativa di ridere ed esci con qualche sorriso, tanti spunti di riflessione e perché no, anche qualche lacrima”.

Paola Idilla Carella è giornalista, autore Tv, Press Office e PR
(Cit.) Io, la muta, la indosso soltanto. Non la faccio!

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