Una visita con la professoressa Maria Annunziata Lima in uno dei luoghi più misteriosi e densi di fascino di Palermo, si trova all’interno della Cattedrale.
“Uno scenario che avrebbe ispirato Dan Brown o degno del soggetto di una scenografia da Indiana Jones…” così nel mio servizio su PROFILE (ndr) inizia la visita alla Cripta della Cattedrale di Palermo, l’imponente basilica che sorge lungo Corso Vittorio Emanuele, l’antica arteria della città nota come il Cassaro. La cripta, realizzata al tempo della rifondazione normanna della basilica, è divisa in due navate, con volte a crociera in calcarenite, sostenuta da quattordici colonne. Al suo interno 23 tombe, tra cui quella dell’arcivescovo di Paternò raffigurato in una scultura del Gagini, quella dell’arcivescovo Pietro di Tagliavia, degli arcivescovi Cesare Marullo, Francesco d’Antiochia, Ottaviano Preconio, Federico d’Antiochia e Simone di Bologna, cui si deve la realizzazione del Piano della Cattedrale.
Incontro la Prof.ssa Maria Annunziata Lima, con lei stabiliamo immediatamente un certo feeling. è una donna straordinaria dall’aspetto etereo ed evanescente: la pelle bianchissima, gli occhi di un colore indefinibile e l’immancabile parasole fanno di lei un personaggio insolito ed accattivante. Comincia a raccontarmi con intensa emozione di quando tanti anni prima si era dedicata con fervore e stackanovismo allo studio dei sarcofagi della Cripta. ” Non esisteva neanche l’impianto elettrico “mi dice durante la nostra intervista ” io venivo con una torcia e alcune candele “
Devo ammettere che il luogo è veramente suggestivo: si discende da un ampio corridoio, il cui accesso è posto alla sinistra dell’altare maggiore, vicino al trono reale, e si giunge in un ambiente di forma rettangolare; lungo il muro occidentale si trovano le imponenti fondazioni dell’ abside, mentre su quello orientale si trovano sette piccole navate.
La volta è a crociera, realizzata con grossi conci calcarenitici, ed è sostenuta da alcune colonne in granito o in marmo di Billiemi o in marmo rosso, sormontate da capitelli in arenaria con decorazioni di foglie d’acanto, aquile, rose e palme. Sotto gli archi e lungo le pareti alloggiano ventitrè sarcofagi nei quali riposano le vestigia degli arcivescovi palermitani. I sepolcri sono privi di baldacchino e invece riutilizzano urne di varia provenienza: sepolture romane, ellenistiche e paleocristiane, da principio pagane ma in seguito riscalpellate.
Entrando in questo luogo si perde la cognizione del tempo, respiri il tempo di una Palermo che fu. Respiri contemporaneamente la vacuità del tempo e l’eternità, come se il tempo fluisse in maniera diversa. Non è un luogo tetro, al contrario si respira pace e serenità che difficilmente puoi incontrare in altri luoghi.
Tra i sarcofagi ve ne sono di veramente splendidi, ricchi di un’iconografia cristiana di grande valore simbolico e artistico, come quelli dell’arcivescovo Ugone, vissuto al tempo di Ruggero II e Guglielmo I detto Il Malo: è del periodo romano in marmo di Carrara. Di grande pregio quello di Federico D’Antiochia, fratello di Bartolomeo e di Francesco, arcivescovi, unico laico sepolto nella Cripta, la cui figura adagiata sul sepolcro è di una tale perfezione che si stenta a crederla trecentesca. In quest’urna vi è al centro un medaglione con Cristo Benedicente alla greca, un libro in mano e ai lati la Vergine Annunciata e un angelo con putto in ginocchio.
Dirimpetto, come a guardia perenne, sta il sarcofago di tufo del periodo normanno di Gualtiero, fondatore della chiesa detta appunto gualtierana, per distinguerla da quella più antica detta ” nicodemiana”.
Si legge che fu il costruttore della Basilica e il suo corpo vi è custodito nel marmo affinché essa non sia privata delle fondamenta ” Gualtiero funditur orba suo “, la tomba è più importante di un tempio e” un’urna tanto piccola racchiude un uomo tanto grande . Sul sarcofago di Nicodemo non vi sono iscrizioni ma tre scudi rotondi con croci sul coperchio, un agnello con la croce iscritto in un cerchio. Nicodemo fu Vescovo di rito greco a Palermo, i normanni gli restituirono il tempio più antico che era stato trasformato dagli arabi in moschea.
Vi sono tutti i più grandi pastori della Chiesa, da Giannettino Doria, esaltatore della “Santuzza”, all’arcivescovo Cesare Marullo. La più pregevole delle urne, in senso assoluto, risale al tempo romano classico: non si conosce l’identità di chi vi è seppellito; essa rappresenta l’incoronazione di un poeta, intorno vi sono scolpite le splendide figure di nove muse in acclamazione. Sono ancora visibili, nel muro occidentale a lato dell’abside, alcuni accessi, oggi murati, che permettevano l’accesso, sia dall’esterno che dall’interno della chiesa, per assistere alle funzioni religiose.
La visita alla Cattedrale di Palermo merita un’attenzione particolare non solo dagli amanti della storia e dell’arte, come dice la mia cara Prof.ssa Lima è un luogo magico, un luogo particolarmente energetico.
” Così in alto come così in basso “....
http://<iframe width=”560″ height=”315″ src=”https://www.youtube.com/embed/ToSVPYhjj3A” title=”YouTube video player” frameborder=”0″ allow=”accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture; web-share” allowfullscreen></iframe>
Devi accedere per postare un commento.