Scienza e salute

La Donna e l’Acqua

“Dalla terra nasce l’acqua, dall’acqua nasce l’anima…E’ fiume, è mare, è lago, stagno, ghiaccio e altro ancora…è dolce, salata, salmastra, è luogo presso cui ci si ferma e su cui ci si viaggia, è piacere e paura, nemica ed amica, è confine ed infinito, è cambiamento e immutabilità, ricordo ed oblio” a questa definizione di Eraclito basta aggiungere una sola parola che tutto questo racchiude “Donna”.

Nell’immaginario collettivo la donna e l’acqua hanno un legame molto stretto. L’ Acqua è il femminile, è profonda , le sue correnti spesso sono invisibili in superficie, la vita dentro l’ acqua è nascosta allo sguardo esterno. Come nel mondo sottomarino, pieno di fascino, di miti, di sorprese.

L’acqua è adattabile e passiva, fluida e recettiva, scorre sempre verso il basso e trascina con sé tutto ciò che trova. Senza argini l’acqua si disperde ma in compenso porta la vita , la fertilità, dove arriva l’acqua nasce qualcosa. L’Acqua e la Donna . imprevedibili, illogiche ma inaspettatamente creative. Dell’acqua come della donna sono l’intuizione, l’istintualità e l’energia sessuale.

Ishtar nasce direttamente dalle acque, le Nereidi abitano il mare e le Sirene incantano i marinai facendo perdere loro la rotta. A Roma le Ninfe sono padrone delle sorgenti e il 13 ottobre viene festeggiata la ricorrenza di Fontanilia; nei miti celtici le fate delle sorgenti, capeggiate dalla Dea Sulis, guariscono le malattie degli uomini con le loro acque.

Con l’avanzata del potere maschile su tutti i piani, dalla politica all’economia alla religione, la donna viene relegata a un ruolo subalterno e nelle simbologie più detrattive diventa la terribile seduttrice come nelle Apsaras indiane, ninfe acquatiche capaci di far impazzire gli uomini con le loro danze sensuali.

La Dea , da creatura divina, generatrice di vita e forza purificante diventa strega ammaliatrice e portatrice di corruzione e morte. L’acqua ha il duplice aspetto: quello fecondativo di madre buona e quello distruttivo di madre cattiva attraverso il diluvio universale che annienta il genere umano. Dalle acque distruttive, in India emerge la bellissima Lakshmi, dea dell’arte e dell’amore.

Nel campo della psicoanalisi (Freud e Jung) viene affidata una grande importanza all’elemento acqua, essendo, infatti, l’acqua materna il primo contatto per gli esseri umani con la vita.

Secondo Jung la proiezione dell’immagine materna sull’acqua conferisce a quest’ultima delle qualità quasi magiche, peculiari della madre, come quelle di dare la vita, appunto attraverso l’acqua. Nei sogni e nelle fantasie, inoltre, il mare, o una qualsiasi vasta distesa di acqua, significa l’inconscio.

Anche quest’ultimo può essere collegato all’aspetto materno dell’acqua, perché esso viene considerato in psicoanalisi come madre o matrice della coscienza;il filosofo francese Bachelard fa notare che il latte materno ci porta ancora a pensare all’acqua come ad un elemento femminile. L’acqua del mare, per esempio, è liquido e cibo vitale per migliaia di pesci che lì vivono e che si nutrono inconsciamente di particelle infinitesimali di cibo disciolte in esso, al pari di un bambino che si nutre al seno materno senza sapere cosa sta inghiottendo.

Nell’acqua non c’è ricerca di cibo, come c’è sulla terra, ma tutto scorre e fluttua insieme al liquido stesso.

Dunque abbiamo visto come l’acqua sia il principale nutrimento ed essenza della natura e della vita stessa, nonché una fonte di energia divina nel campo della spiritualità e il simbolo dell’inconscio primordiale e ancestrale nella psicoanalisi.

Continuando nell’aspetto analitico di questo rapporto si evince che il suicidio in acqua sembra essere una pratica adottata particolarmente dalle donne, poiché quest’elemento costituisce un tragico richiamo soprattutto per loro. La morte in acqua, sempre secondo Bachelard, rappresenta la più “materna” delle morti: si nasce nell’acqua del liquido amniotico e si raggiunge nuovamente quest’elemento con la morte nelle acque che, per questo motivo, diventa simbolo del ritorno nel grembo materno. Ancora una volta, l’acqua si presenta come elemento decisamente femminile. D’altronde, non è forse l’acqua, l’unico elemento che crea una dispersione totale?

Ogni elemento possiede una propria dissoluzione, la terra ha la polvere, il fuoco il fumo, mentre l’acqua dissolve nel modo più completo, quindi ci aiuta a morire totalmente.

L’acqua è un liquido flessibile, si muove secondo le impressioni che riceve, l’ acqua assimila, interiorizza, ammorbidisce, mescola, inibisce, omogeneizza, riempie e risolve, si espande, è profonda, ricettiva, purificante e terapeutica.

L’acqua vince sempre, cedendo, cambiando forma, adattandosi alle circostanze, aggirando gli ostacoli che incontra, ma inesorabilmente dalla sorgente in cui nasce piano piano giunge al mare, diventando prima torrente e poi fiume in un continuo processo di trasformazione che è la sua vera forza.

Questo percorso assomiglia un po’ a quello che deve affrontare una donna in gravidanza, perché come l’acqua, ella cambia forma, si adatta alle circostanze, incontra ostacoli e paure, che deve avere la forza di riuscire ad aggirare, ma alla fine del percorso di nove mesi, giunge al suo mare, rappresentato dalla nascita del bambino che porta in grembo.

Così come l’acqua dalla fonte il cui unico scopo è di giungere al mare, così la donna dalla sua nascita sviluppa un percorso ricco d’esperienze, gioie e dolori, che quasi sempre la porteranno alla sua naturale realizzazione suprema, quella della procreazione.

Paola Idilla Carella è giornalista, autore Tv, Press Office e PR
(Cit.) Io, la muta, la indosso soltanto. Non la faccio!

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