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L’Infiorata di Noto

Noto è un piccolo gioiello del Barocco siciliano, splendidamente arroccato su un altopiano che domina la valle dell’ Asinaro. La città, importante centro siculo, romano e bizantino, venne distrutta dal terremoto del 1693, ma grazie alla sapiente ricostruzione è diventata una meravigliosa città d’arte. caratterizzata da un patrimonio monumentale che è stato proclamato Patrimonio Unesco dell’Umanità, insieme ai comuni di Caltagirone, Militello, Catania, Modica, Palazzolo, Ragusa e Scicli.

Camminare per le strade della città significa vivere una sensazione unica, in ogni mattone, in ogni colonnato e  fregio si respira la raffinatezza del Barocco combinata con l’atmosfera mediterranea.

Noto è delicatamente  gialla! Dai toni dorati ai colori caldi della sabbia della pietra che regge con maestria archi, piedritti, volte e capitelli della città.

 Ogni anno, nella terza settimana di maggio un tripudio di colori e di profumi di migliaia di fiori di ogni specie e varietà riempiono tutta la città: è l’ Infiorata di Noto!

Dal sagrato della Basilica del Santissimo Salvatore alla Scalea della Cattedrale, dal Collegio dei Gesuiti alle Chiese del Carmine, dell’Annunziata, di San Francesco di Paola, dello Spirito Santo  un tappeto di petali bianchi e rossi hanno caratterizzato la 39^ infiorata.  Quest’anno, infatti, il  tema dell’edizione 2017 è stato “Sogni e Colori del Principato di Monaco”: da qualche anno, il Comune di Noto ha dedicato la famosa infiorata a un Paese del mondo. Dopo Russia, Giappone e Catalogna, quest’anno è stata la volta del piccolo regno sulla costa francese.

Il tema vuole essere anche un omaggio alla mostra dedicata a Chagall e Missoni, fino all’1 ottobre all’ex Convitto Ragusa ; entrambi maestri del colore che vissero il “secolo breve” e le sue rivoluzioni, si incontrano virtualmente  attraverso le loro opere, in un dialogo,  appunto, dove il sogno e la magia dei colori delle loro opere  si sposa “con le sinuosità architettoniche, con i colori, i profumi, le atmosfere e gli avvincenti panorami che si stagliano nella dirompente bellezza di questa città d’arte, capace di trasmettere una magia universale a chi sa apprezzare il messaggio della bellezza”– come racconta il sindaco Corrado Bonfanti.

L’origine dell’infiorata, e cioè la copertura di una strada con un manto di fiori artisticamente composti, nacque a Genzano, in provincia di Roma, più di duecento anni fa. La tradizione di creare quadri per mezzo di fiori nacque probabilmente nella Basilica Vaticana  ad opera di Benedetto Drei, responsabile della Floreria Vaticana, per  il 29 giugno 1625, festa dei santi Pietro e Paolo, durante la processione del Corpus Domini, usanza che continua a resistere.

Nella preparazione dell’infiorata si distinguono vari momenti: dalla riproduzione dei bozzetti all’esecuzione delle sagome che vengono tracciate sul tratto stradale e l’allestimento da parte degli artisti infioratori . La via Corrado Nicolaci è la via che fa da cornice all’ Infiorata,  la sua leggera pendenza fa spalancare gli occhi dei visitatori per la meraviglia:  in alto la Chiesa di Montevergini che si contrappone al palazzo del Principe Nicolaci. Quest’antica residenza mostra ancora i segni dello sfarzo in cui viveva la famiglia:  il lusso e la raffinatezza sono palpabili fin dalla scalinata con il  rivestimento in marmo bianco su pareti e soffitto e nero per ricoprire le colonne.

I saloni del piano superiore sono di una elegante bellezza gradevole e mozzafiato  è l’affresco che ricopre le pareti e il soffitto della sala delle conferenze.

Dagli elaboratissimi balconi barocchi, decorati con motivi differenti che riportano figure di cavalli, cani, leoni e sagome antropomorfe e che sono stati definiti da molti i più belli del mondo, è possibile vedere la via dell’Infiorata in una spettacolare visuale d’insieme dei 16 quadri floreali.

Impossibile descrivere la bellezza di questa meravigliosa opera dell’uomo: bisogna vedere di persona quanta gente rimane estasiata per comprendere fino in fondo la straordinarietà di questo evento incastonato in uno dei gioielli dell’arte barocca in Sicilia.

 

Paola Idilla Carella è giornalista, autore Tv, Press Office e PR
(Cit.) Io, la muta, la indosso soltanto. Non la faccio!

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