Nelle tre sedi della Palazzina dei Giardini, del MATA – Ex Manifattura Tabacchi e della Sala Grande di Palazzo Santa Margherita, a Modena, è possibile visitare fino al prossimo 25 agosto la mostra “Sintesi”. La mostra è articolata in due sezioni. La prima, curata da Diana Baldon, direttrice di Fondazione Modena Arti Visive, rappresenta la vera sintesi – come recita il titolo – del percorso artistico di Franco Fontana, attraverso trenta opere, la maggior parte delle quali inedite, realizzate tra il 1961 e il 2017, selezionate dal vasto archivio fotografico dell’artista.
In esposizione i paesaggi urbani e naturali, che conducono il visitatore in un ideale viaggio: da Modena a Cuba, dalla Cina agli Stati Uniti e al Kuwait, nei paesaggi emiliani come nelle grandi metropoli americane il colore prende il sopravvento e le figure umane compaiono appena e raramente a ricordarci che l’obiettivo di Fontana è sempre stato puntato verso il mondo che ci circonda. Fin dagli esordi, l’artista modenese, si è dedicato alla ricerca sull’ immagine fotografica creativa attraverso audaci composizioni geometriche caratterizzate da prospettive e superfici astratte significandone e testimoniandone la forma.
Le sue fotografie sono state spesso associate alla pittura astratta modernista, per la quale il colore è un elemento centrale, mentre le linee geometriche delle forme dissimulano la rappresentazione della realtà. Il critico e filologo Ezio Raimondi nel 2000, scriveva di Fontana:-“ogni paesaggio diviene per lui un’invenzione spaziale trasponendo i dati dell’universo visibile in una nuova sintassi figurativa di sottili incanti e di rigorose, intense assonanze cromatiche”. La seconda sezione, curata dallo stesso Franco Fontana, propone una selezione di circa cento fotografie: l’artista, verso la metà degli anni settanta, inizia a scambiare stampe con fotografi internazionali, raccogliendo negli anni oltre 1600 opere di molti tra i nomi più significativi della fotografia italiana e internazionale, da Mario Giacomelli a Luigi Ghirri e Gianni Berengo Gardin, da Richard Avedon a Annie Leibovitz, da Arnold Newman a Josef Koudelka e Sebastião Salgado.
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