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N-ICE CELLO

Storia del violoncello di ghiaccio

Arriva a Palermo ai  Cantieri Culturali alla Zisa, nell’ex area industriale riconvertita a luogo di produzione artistica e culturale, il film che racconta la straordinaria storia del N-ICE CELLO – il violoncello di ghiaccio costruito dall’artista americano Tim Linhart sul ghiacciaio Presena nel 2018 e suonato da Giovanni Sollima, approda nelle sale cinematografiche.                                                                              Il film è frutto di una scommessa che ha del folle e del sensazionale, un’esperienza “on the road”, tra autostrade, teatri, mari, musei, barche, persone, ghiacciai, città e luoghi naturali, un caleidoscopio  dei colori dell’acqua, dalle gradazioni fredde del Nord a quelle più calde del Sud.  La struttura narrativa segue naturalmente il ritmo del viaggio “on the road”, con gli imprevisti e gli ostacoli incontrati durante il percorso. Nel finale, poetico e commovente, tutta la tensione accumulata durante il viaggio si disperde in un gesto altamente simbolico: lo scioglimento in mare della creatura di ghiaccio, con sullo sfondo i pescatori palermitani a fare da testimoni a questo rituale. 
Il film è prodotto da Wasabi filmakersNaturalMente ArtEventi,  per la regia di Corrado Bungaro, musicista e regista pluripremiato in Italia ed all’estero, in collaborazione con il MUSE Museo delle scienze di Trento. N-ICE CELLO è un docufilm che racconta dalla realizzazione del violoncello, tramite la mano sapiente dell’artista Tim Linhart che lo aveva creato dal nulla lavorando il ghiaccio del ghiacciaio Presena e che per magia suona fino all’incredibile tour che lo aveva accompagnato (in una cella frigorifera e non senza inconvenienti tecnici e colpi di scena) in tutta la penisola. Compagni di viaggio l’attore Patrizio Roversi, il puparo Mimmo Cuticchio e il giovane richiedente asilo Alpha Condé.
L’obiettivo è raggiungere Palermo, dall’altra parte della penisola, per interagire al Teatro Politeama con l’Orchestra Sinfonica Siciliana nella prima esecuzione mondiale di una partitura originale per Ice-cello e orchestra d’archi, opera del musicista palermitano Giovanni Sollima, compositore fuori dal comune che grazie all’empatia che instaura con lo strumento e con le sue emozioni e sensazioni, comunica attraverso una musica unica nel suo genere, dai ritmi mediterranei, con una vena melodica tipicamente italiana, ma che nel contempo riesce a raccogliere tutte le epoche, dal barocco al “metal”.

Ho conosciuto Tim Linhart nel 2007, sul ghiacciaio della Val Senales, in Alto Adige – racconta il regista Corrado Bungaroquando sono stato chiamato a ricoprire il ruolo di direttore musicale del Festival Internazionale Ice Music, dedicato agli strumenti musicali di ghiaccio costruiti dallo stesso Linhart ed interpretati da arditi musicisti a 3.200 m di quota, all’interno di un grande igloo, un vero e proprio ice-theater in grado di ospitare circa 300 persone a concerto. Un’esperienza unica e indimenticabile e in quell’occasione ho invitato Giovanni Sollima a metter per la prima volta le mani su un violoncello di ghiaccio. Il risultato è stato eclatante, e l’incontro musicale e umano tra me, Sollima e Linhart entusiasmante, tanto da lasciare una traccia indelebile nel tempo. A distanza di circa 10 anni ho sentito forte il desiderio di raccontare questa storia, per far conoscere al mondo l’arte visionaria dei due straordinari artisti, che hanno scelto a loro modo di confrontarsi ogni giorno con l’estremo, chiedendo a Tim di scendere dalla montagna e far risuonare la sua creatura di ghiaccio in un contesto non naturale e a Giovanni di raccogliere la sfida suonando l’ice-cello dentro una bolla trasparente con una temperatura interna variabile tra cinque e otto gradi centigradi sotto lo zero”.

Questa straordinaria impresa vuole testimoniare le fragilità del nostro tempo, e parlare senza parlare dei grandi temi di urgente attualità quali il mutamento climatico, l’innalzamento della temperatura, lo scioglimento dei ghiacciai, la crisi dell’acqua e le inevitabili conseguenze sociali e umanitarie a livello planetario. 

 

Paola Idilla Carella è giornalista, autore Tv, Press Office e PR
(Cit.) Io, la muta, la indosso soltanto. Non la faccio!

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