Arte Scienza e salute

Nasce il M A G il primo ambulatorio artistico

 

Nel XVIII secolo i medici inglesi mandavano i loro pazienti in viaggio in Italia per curare l’umore cupo, con la speranza che visitando Roma, Firenze e la Magna Grecia, potessero lenire  tristezza  la malinconia.

E’ accertato che l’esposizione alla Bellezza produca benefici alla salute psicofisica, prima di tutto la Natura con tutte le sue suggestioni sensoriali e l’Arte come espressione del bello possono suscitare emozioni tali da curare la sofferenza dello spirito.

Senza necessariamente essere degli esteti possiamo godere dei benefici dell’arte. Contemplare La Nascita di Venere di Botticelli o La notte stellata di Van Gogh produce un piacere intenso tale da indurre cambiamenti nei percorsi dei neuroni e produzione di sostanze chimiche nel nostro cervello. L’ esperienza del bello si accompagna sempre all’attività neurale di una specifica parte del cervello deputata all’elaborazione delle emozioni che si trova nella corteccia orbito-frontale mediale. Nel 1994, il neurobiologo Semir Zeki, docente all’University College di Londra, fondò i principi della neuroestetica, disciplina che si propone di indagare i meccanismi coinvolti nell’esperienza estetica, cercando di capire che cosa si metta in moto nel nostro sistema cerebrale quando dinanzi ai nostri occhi appare un capolavoro come quello di Leonardo. Il ricercatore che consisteva nel sottoporre 21 persone ad una Risonanza Magnetica Funzionale, mentre erano intente a guardare un certo numero di opere d’arte. Quando i volontari si trovavano di fronte a un quadro che li emozionava, si accendeva l’area orbito-frontale, coinvolta nei centri cerebrali del piacere. A tutto questo si aggiungeva l’attivazione del nucleo caudato, un’area cerebrale molto profonda, la stessa che si mette in moto nell’amore.

Secondo la Neuroestetica  frequentare i luoghi dell’arte e della cultura concorre alla riduzione dei livelli di cortisolo, uno dei principali nemici della nostra salute: elevati livelli di questo ormone causano deficit del sistema immunitario, minor densità ossea, aumento di peso, pressione e colesterolo, ridotta capacità di apprendimento,  depressione e nel peggiore dei casi il morbo di Alzheimer.

 “L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni”, dice Picasso e contemplare un’opera d’arte potrebbe essere la cura indicata per curare molti disturbi della psiche.

Su questo concetto si basa M.A.G. – Mood Art Gallery, un vero e proprio ambulatorio artistico, su progetto di Nazareno Bresciani, in collaborazione con esperti e critici d’arte, che realizza in pieno i principi ispiratori dell’arte-terapia, nata negli anni Quaranta in Gran Bretagna e negli Stati Uniti come terapia per i reduci di guerra traumatizzati. Questa tecnica si propone di curare il paziente coinvolgendolo in attività come la pittura, il disegno o la manipolazione della creta, nel metodo concepito da Mood Art Gallery si ricorre, invece, all’opera d’arte come vero e proprio rimedio terapeutico. Un progetto che rivoluziona completamente il settore delle esposizioni artistiche, creando un ibrido tra la galleria espositiva e lo studio di psicanalisi.

Paola Idilla Carella è giornalista, autore Tv, Press Office e PR
(Cit.) Io, la muta, la indosso soltanto. Non la faccio!

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