Donne Profili

La donna secondo Coco

Il 10 gennaio del 1971 all’Hotel Ritz di Parigi moriva a 87 anni  Coco Chanel, senza nessun dubbio, la  più grande icona della moda, donna straordinaria e rivoluzionaria che cambia per sempre la concezione del corpo femminile.

La storia di Gabrielle Bonheur Chanel  inizia a Saumuril 19 agosto 1883: un’infanzia sfortunata segnata dalla prematura morte della madre, dall’abbandono da parte del padre Henri-Albert Chanel,  venditore ambulante e dagli anni in affidamento alle suore del Sacro Cuore, a Aubazine, insieme alle sorelle Julia-Berthe e Antoinette.

Coco impara ben presto  a badare a se stessa o non sarebbe sopravvissuta: cresciuta da sola, giocava nel cimitero e si cuciva da sola le bambole di pezza. Avere vissuto in condizioni estreme le ha dato quella forza che poi l’ha sostenuta in tutta la sua vita.

 In nome di un futuro migliore, a diciotto anni Coco, insieme alla sorella Ninette, lascia il convento e  inizia a lavorare come commessa nel negozio di biancheria e maglieria Maison Grampayre, a Mulins, dove approfondisce le nozioni di cucito apprese dalle suore.

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Un bicchiere di acqua e zammù

Uno dei ricordi più belli della mia infanzia ha a che fare con un rituale di cui ero partecipe nella vita di mio nonno e che poi divenne anche mio (in qualunque posto del mondo io mi trovi porto con me la mia bottiglietta di anice Unico!).
Nei pomeriggi estivi palermitani, quando l’afa toglieva a ogni essere vivente anche la forza di parlare, l’unico sollievo era recarsi al chiosco dell’ Ucciardone ( sic, proprio quello vicino al carcere) e bere un bicchiere di acqua e zammù, prima io e poi tu”, come dicevano i palermitani davanti ai chioschi per ribadire l’ordine della fila.
All’origine era praticamente un distillato di semi e fiori di sambuco, importato dagli arabi in Sicilia e presto diffusosi in ogni casa contadina, dove veniva usato per disinfettare l’acqua dei pozzi e delle cisterne, uso praticato regolarmente grazie al fatto che questa pianta era di facile coltivazione.

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