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A Palermo il Teatro Massimo diventa teatro di posa

Il Teatro Massimo a Palermo possiede una delle migliori casse armoniche al mondo ed è il più grande edificio teatrale lirico d’Italia, il terzo in Europa dopo l’Opera Nazionale di Parigi e lo Staatsoper di Vienna ed è il quinto teatro al mondo.

Edificato tra il 1875 ed il 1891 su progetto dell’architetto GiovanBattista Filippo Basile e portato a compimento dal figlio Ernesto Basile, di stile neo classico monumentale con richiamo di colonnato e timpano al classicismo romano e greco degli antichi templi, si estende in una superficie di  7730 metri quadrati , la sala ha un’area di 450 mq e la capienza ufficiale è di 1381 posti ma potrebbe contenere fino a 3200 posti. Ai lati dello scalone vi sono due gruppi bronzei: a sinistra “La Lirica” dello scultore Mario Rutelli, a destra “La Tragedia” dello scultore Benedetto Civiletti.

 

La volta della sala è stata disegnata dai pittori Rocco Lentini, Ettore De Maria Bergler, Michele Cortigiani, Luigi Di Giovanni; il palco reale da Francesco Padovano mentre il sipario fu dipinto da Giuseppe Sciuti e ritrae la scena di re Ruggero che si avvia all’incoronazione.

La rotonda sala pompeiana, il corridoio e i vestiboli sono stati affrescati da Giuseppe Enea; altri affreschi di Enrico Cavallaro sono nella sala bar.

Al visitatore che alza gli occhi verso la scalinata maestosa del teatro, un fregio in alto reca la scritta “L’Arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire”, mentre un pronao con sei colonne corinzie lo accoglie accoglie.  La cupola che sovrasta la sala ha un diametro di 28,73 metri ed è composta da una struttura di ferro coperta da squame bronzee, sovrastata da un grande vaso anch’esso d’ispirazione corinzia.

L’inaugurazione del Teatro Massimo avvenne il 16 maggio del 1897 con una grande manifestazione e a seguire fu rappresentata il “Falstaff” di Verdi, a cantare il giovane tenore Enrico Caruso.

Una storia, quella del Teatro Massimo, strettamente connessa a quella della città.                                        Il Massimo si inaugura nella stagione della Belle Epoque, quando la città é una capitale economica e culturale grazie ai Florio, ai Basile, ai Ducrot e chiude nella stagione più buia, quando Palermo rinnega la sua bellezza con il suo ‘sacco’ e assiste inerme e in parte complice al dilagare della violenza mafiosa. Il teatro riapre negli anni della ribellione civile dei palermitani che segue alle stragi mafiose del 1992.

Oggi il Teatro Massimo, diventata la casa dei palermitani, aperta 365 giorni all’anno,  simbolo di una città sempre in fermento, é nuovamente al centro del cambiamento perché si appresta a diventare un teatro di posa per trasmettere in diretta streaming il primo concerto ideato per una fruizione esclusiva sul web. Costretto a chiudere dal DPCM dopo le repliche di “Manon”, col fiato sospeso per i concerti diretti da Riccardo Muti in programma dal 30 novembre al 5 dicembre, il Massimo, così come fece durante l’inverno, prova a sfruttare al meglio la sua web tv e stavolta programma un concerto che non salta fuori dall’archivio delle registrazioni ma sarà una produzione nuova nata a uso e consumo dello streaming, una produzione televisiva ad hoc per non mollare il legame col pubblico.
Sabato 14 Novembre sarà Omer Meir Wellber a dirigere l’orchestra del Teatro su pagine di Debussy, Faurè e Schubert, per l’occasione in teatro ci sarà una dolly, lo strumento che si usa nel cinema per fare riprese dall’alto, e i cameramen, normalmente “invisibili” durante le prime, che gireranno per la sala.

Paola Idilla Carella è giornalista, autore Tv, Press Office e PR
(Cit.) Io, la muta, la indosso soltanto. Non la faccio!

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