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Raffaello e la Domus Aurea

Della Domus Aurea, la parte che è sopravvissuta alla damnatio memoriae abbattutasi alla morte di Nerone, e, dunque, alla distruzione sistematica dei monumenti che avrebbero potuto celebrare la sua figura, è quella costituita dal padiglione sul Colle Oppio, su cui si sono impostate le fondamenta delle nuove Terme di Traiano. Tra la fine del Quattrocento e gli inizi del Cinquecento, il ritrovamento del gruppo del Laocoonte e la scoperta di altre antichità sollecita l’interesse del Papato e degli artisti contemporanei verso l’arte classica. È in particolare  Raffaello che assume un rilievo straordinario nel suo rapporto con la Domus Aurea: la scoperta dei cicli decorativi della residenza neroniana si trasforma in una preziosa fonte d’ispirazione per veri e propri capolavori dell’arte rinascimentale, quali gli affreschi che, con le loro “grottesche”, decoravano la cosiddetta Stufetta Bibbiena e le Logge Vaticane.  La testimonianza tangibile della presenza degli artisti rinascimentali nella Domus Aurea si percepisce nell’ala occidentale, dalla quale si entra nella Sala della volta rossa e, a seguire, la Sala della volta gialla, dove Pinturicchio ha lasciato la sua firma nel corso delle prime esplorazioni nelle “ruinate grotte” che rappresentarono, alla luce delle torce, una delle più grandi scoperte dell’epoca. E il fascino della Domus Aurea, sia pure con alterne fortune, si è mantenuto vivo anche nei secoli successivi. Oggi la Domus Aurea rappresenta uno dei monumenti più attrattivi tra quelli che è possibile visitare all’interno del Parco archeologico del Colosseo. Contestualmente a lavori complessi di messa in sicurezza degli ambienti sotterranei, con questa esposizione si è cercato di restituire al pubblico, attraverso una visita “immersiva” che utilizza le più innovative tecnologie di realtà virtuale, le stesse emozioni che hanno provato Raffaello e gli altri artisti rinascimentali a contatto con questo scrigno prezioso dell’antichità.

La mostra 

La Domus Aurea riapre al pubblico dal 23 giugno 2021 – dopo la chiusura decretata nel marzo dello scorso anno – con questa esposizione curata da Vincenzo Farinella e Alfonsina Russo, promossa dal Parco archeologico del Colosseo e prodotta da Electa. Un percorso di visita del monumento ricco di novità e con una mostra dedicata a Raffaello e alla straordinaria storia della scoperta delle sue superfici affrescate. Il Parco archeologico del Colosseo ha potenziato nel periodo di chiusura i lavori di restauro e di ripristino di spazi in precedenza ingombri da ponteggi che lasciano adesso vedere affreschi prima non visibili. Inoltre è stato creato un nuovo ingresso che dal parco del colle Oppio immette direttamente nella Sala Ottagona, sede della mostra, e lungo il percorso di visita del padiglione della reggia neroniana è stato completamente rinnovato l’impianto di illuminazione. Allo stesso tempo, sono state allestite sculture fino ad oggi conservate nei depositi del monumento, contribuendo a celebrare lo sfarzo della residenza di Nerone. La mostra, il cui allestimento e interaction design sono progettati da Dotdotdot, si sviluppa nella Sala Ottagona, vero e proprio capolavoro dell’architettura romana imperiale, e nei cinque ambienti limitrofi accessibili attraverso grandi velari su cui si sviluppa il progetto allestitivo, oltre alle Stanze di Achille a Sciro e di Ettore e Andromaca ancora preziosamente affrescate, dove si possono ammirare tracce delle cosiddette “grottesche”. Alle proiezioni digitali che coinvolgono l’intero spazio, si aggiunge il progetto di sound design. Un’approfondita ricerca storica sulla musica dell’antica Roma e sulle melodie proprie del Rinascimento dà origine a una colonna sonora composta ed eseguita in tempo reale, con tool digitali di musica generativa che evocano suoni di strumenti del passato e scale musicali proprie dell’epoca antica. Ne risulta un paesaggio sonoro armonico con melodie classiche, dove anche il silenzio diventa un importante elemento narrativo.

Un nuovo ingresso

Per questa prima grande mostra all’interno della Domus Aurea è stato realizzato un ingresso dedicato: in una delle gallerie sotterranee originarie delle Terme di Traiano, lo studio Stefano Boeri Architetti ha progettato una passerella di accesso che –dal parco di colle Oppio– si insinua tra le rovine, sfiorandole, fino ad approdare nella Sala Ottagona della Domus Aurea. Una straordinaria opportunità per il visitatore di scoprire le stratificazioni della storia e della bellezza degli ambienti ipogei, ed una linea guida luminosa che accompagna direttamente verso il cuore dell’edificio neroniano.

Nuova illuminazione, nuovi allestimenti

Sono stati restaurati e collocati lungo il percorso le sculture della musa Talia, che si aggiunge alla Tersicore già esposta, e di un’Amazzone, imponenti capitelli e un pilastro in marmo: tutti reperti provenienti dai depositi del monumento a rammentare il fasto dei marmi che – come ricordano i rinnovati apparati didattici – insieme agli affreschi, agli stucchi, ai mosaici decoravano gli ambienti della reggia di Nerone. Elementi decorativi adesso sotto una nuova luce: l’illuminazione, realizzata da Erco –su progetto del PArCo– prevede il lighting sostenibile non solo della passerella d’ingresso, ma anche degli spazi visitabili della Domus Aurea, dove persino gli interri che cancellarono la memoria del sito, e che ancora riempiono alcuni ambienti, guadagnano in imponenza.

Il progetto di sound design

Ad arricchire l’esperienza è uno storytelling sonoro realizzato in sincronia con il progetto visivo e interattivo, sensibile anche al movimento e all’intensità del pubblico. Il sottofondo musicale si arricchisce di suoni e rumori che enfatizzano i contenuti e le caratteristiche architettoniche di ogni ambiente. Canti di muse e voci magiche accompagnano le videoproiezioni della volta celeste, mentre rumori cavernosi, riverberi, sussurri, gocciolii, echi lontani contribuiscono ad accrescere il potenziale evocativo del palazzo neroniano. Proiezioni video e suono si fondono così in un’affascinante performance di luci e ombre che ogni 30 minuti simula il passaggio tra giorno e notte, smaterializzando l’allestimento e rivelando la bellezza scenografica e la potenza architettonica della Sala Ottagona e degli spazi circostanti.

Guarda sul canale Youtube il video inedito

Paola Idilla Carella è giornalista, autore Tv, Press Office e PR
(Cit.) Io, la muta, la indosso soltanto. Non la faccio!

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