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Arte

Io, Renato Guttuso – La mostra a Noto

Fino a ottobre presso il Museo Civico di Noto – Ex Convento di Santa Chiara, sarà possibile visitare la mostra Io, Renato Guttuso a cura di Giuliana Fiori, organizzato da Sikarte, associazione culturale siciliana .
L’iniziativa è a cura dell’Assessorato al Turismo e allo Spettacolo e dell’Assessorato comunale alla Cultura “La Sicilia, i Siciliani e la sicilitudine”.

La mostra Io, Renato Guttuso intende celebrare il grande artista siciliano svelando le sue passioni e il suo animo, senza tralasciare il suo impegno politico e artistico, attraverso trentaquattro opere, spiega la presidente dell’associazione culturale siciliana, Graziana Papale.

Un’esposizione dal forte impatto visivo ma anche documentaristico, che consente di conoscere Guttuso come uomo, artista, scenografo, intellettuale e politico e contemporaneamente  un “mezzo” per raccontare Renato Guttuso nella sua intima quotidianità di cui si ripercorre l’iter emotivo, intenso e passionale che trasfuse a piene mani nella sua avventura creativa. Una duplice chiave di lettura delle sue opere dalle quali traspare sempre una densa vitalità e una libera, e spesso trasgressiva, partecipazione a tutto tondo alla realtà del suo tempo.

Intento dichiarato della mostra è scandagliare l’animo forte e poliedrico di Renato Guttuso, il suo Io più profondo e intimo. Sarà, infatti, realizzato un racconto visivo attraverso un’accurata selezione di opere – oli e disegni – che sveleranno il Guttuso uomo, artista, intellettuale, politico e scenografo. Ogni lavoro esposto mostrerà un lato pubblico o privato della sua vita. Dalla sua nostalgia per la Sicilia (paesaggi isolani) al suo trasferimento a Roma (i suoi “tetti”); dai suoi affetti/amori (i ritratti della moglie, di uomini politici con cui aveva rapporti personali oltre che professionali) all’eros (i nudi di modelle). E ancora, al suo impegno politico palesato nelle sue nature morte e nelle tele dal taglio storico in cui racconta le battaglie per l’uguaglianza sociale. Infine, la sua prolifica produzione di scenografie per il teatro, e la cospicua collezione di bozzetti dei costumi di scena, risalente al decennio che va dagli anni ’60 ai ’70.

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