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Il Museo Subacqueo di Cannes

Un nuovo museo sottomarino è stato inaugurato a Cannes  il 1 ° febbraio 2021 dallo scultore inglese Jason de Caires Taylor e rappresenta la prima installazione dell’artista nel Mar Mediterraneo. Nel 2009 lo scultore originario di Dover aveva inaugurato a Cancún, in Messico, il Museo subacuatico de arte: 485 statue sommerse e altre 30 sulla terraferma. coprendo 420mila metri quadrati di fondale marino. Da allora deCaires Taylor non si è più fermato, piazzando più di 700 sculture nei mari di tutto il mondo, a cominciare dalla Ocean Atlas, un’opera di 60 tonnellate alta 5 metri diventata un’attrazione delle Bahamas.

Nel 2013, dopo aver preso la residenza a Lanzarote, nelle Canarie, avvia i lavori per la creazione del Museo Atlantico, formato da 300 sculture sommerse, seguito nel 2017 dall’Australian Museum of Underwater Art di Townsville, nelle acque del Queensland, in Australia, ambedue finite fra le 25 migliori meraviglie del mondo.

L’opera realizzata grazie al finanziamento dell’amministrazione comunale di  Cannes e del Sindaco David Lisnard, ha richiesto oltre 4 anni per svilupparsi. Sei monumentali ritratti tridimensionali, ognuno alto oltre due metri e dieci tonnellate di peso, poco distanti dall’isola di Sainte-Marguerite, una delle isole Lérins, appena al largo della costa; le installazioni si basano su ritratti di membri locali della comunità, che coprono una vasta gamma di età e professioni, ad esempio Maurice – un pescatore locale di 80 anni – e Anouk – un alunno della scuola elementare di 9 anni.

Il tema delle maschere si collega alla storia dell’Île Sainte-Marguerite, ben nota come il luogo in cui venne imprigionato  l’Uomo con la Maschera di Ferro e  la maschera divisa è una metafora dell’oceano: da un lato la  maschera raffigura forza e resilienza, dall’altro fragilità e decadimento. Da terra noi  vediamo la superficie del mare calma e serena,  potente e maestosa, mentre sotto la superficie si trova un ecosistema fragile e finemente equilibrato, che è stato continuamente degradato e inquinato nel corso degli anni dall’attività umana.

Posizionate a una profondità compresa tra i due e i tre metri, facilmente accessibile a tutti, queste opere poggiano su aree di sabbia bianca, tra prati oscillanti di erba marina di posidonia, e grazie ai  materiali con cui sono stare realizzate favoriranno il ritorno della fauna e della flora marine. Parte significativa del progetto è stata, infatti,  una significativa bonifica del sito, originariamente un’area di detriti marini come vecchi motori e condotte: questo il vero scopo del lavoro di Jason deCaires Taylor che  mira a richiamare l’attenzione sul fragile equilibrio del mondo sommerso e delle praterie di posidonia sempre più minacciate  dai cambiamenti climatici dovuti all’inquinamento e dagli interventi dell’uomo sui litorali.

 

Paola Idilla Carella è giornalista, autore Tv, Press Office e PR
(Cit.) Io, la muta, la indosso soltanto. Non la faccio!

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